Una rivoluzione annunciata
L’implementazione della ricerca vocale è una rivoluzione che non fa più paura. Ormai annunciata e prevista da tempo, non resta altro da fare che abituarcisi, prendere confidenza e aspettare l’inevitabile sorpasso della ricerca vocale su quella scritta. Ma, al di là delle semplici funzioni di ricerca che possiamo comunemente immaginare, la vocal search darà ben altre possibilità, in futuro.
Ora come ora, per noi la ricerca vocale è utile per motivi estremamente pratici. Per esempio, siamo in macchina e cerchiamo una pizzeria nei dintorni. Chiediamo aiuto a Google, o a Siri, e questi ci vengono incontro, indicando i locali più vicini. È una rivoluzione anche questa? È comunque un drastico cambiamento nel nostro modo di vivere e comunicare, quindi sì. Ma la portata è ben più ampia, come ha spiegato Pandu Nahyan, Google Fellow e sviluppatore dell’algoritmo del motore di ricerca più diffuso al mondo, in una recente intervista.
La ricerca vocale, e soprattutto la restituzione di risultati vocali, in un prossimo futuro, consentirà l’accesso alla più grande banca dati di informazioni mai esistita anche da parte della popolazione analfabeta. Secondo i numeri forniti da Nahyan, nel 2023 7 miliardi di persone dovrebbero avere accesso a un cellulare. L’ultimo possibile paletto verso l’informazione globale potrebbe cadere. Con tutti i vantaggi e i rischi connessi. Anche se forse, più che gli smartphone, il problema sarà la diffusione della rete anche nelle zone meno sviluppate; perché è Internet ormai l’alfabeto del XXI secolo.
Allo stesso modo, la ricerca vocale darà la possibilità di ottenere informazioni anche nel bel mezzo di una conversazione, con un modo di parlare ormai simile a quello che usiamo tutti i giorni. L’obiettivo sarà quindi quello di integrare il più possibile il motore di ricerca all’interno di un discorso.
Sarà però fondamentale consentire di avere più possibilità tra cui scegliere: non tutte le domande che rivolgiamo a Google, infatti, presuppongono una risposta univoca. Le riposte vocali, e le ricerche, devono imparare a tenerne conto.