Il SEO come tecnica ha degli aspetti oramai consolidati. In continua evoluzione, ma consolidati. Quello che probabilmente non è evidente è la valenza strategica e il modello di business di una azione SEO. Internet, per definizione, è connessione. In questo termine rientrano una serie di aspetti come quello della comunicazione, della condivisione, della interazione tra utenti. In questo, google è l’elemento che consente la connessione. Seo è la regola. Questo elemento, per le PMI, come per le grandi imprese, è puro potenziale. La valenza di una strategia SEO può essere fortissima e portare un’azienda da tradizionale a weboriented. Questo approccio determina un vero e proprio turnaround, quindi un’azione che stravolge gli assets aziendali basandosi esclusivamente sullo sviluppo di potenziale. Dietro ad un mod_rewrite o alla semantica certamente c’è una ristrutturazione aziendale che parte da una nuova dinamica di accesso al mercato per arrivare ad un modello marketing/commerciale, organizzativo e finanziario completamente nuovo.
Il seo, quindi è una tecnica ma, il suo utilizzo comporta diverse considerazioni:
Quale è il reale potenziale di una azione Seo?
Quale è il nuovo modello di business?
Quale è l’investimento complessivo per trasformare la propria impresa in weboriented?
A queste domande, consiglio di aggiungerne un’altra, per me fondamentale, come consolidare nel tempo la propria impresa weboriented?
La strategia seo, come aspetto aziendalistico e non informatico è un mondo nuovo per le PMI. L’unico fattore critico di successo è nell’individuazione della corretta dinamica di accesso al mercato, che, in nessun modo deve essere una “correzione” di approcci tradizionali.
Sotto questo punto di vista, qualche riflessione:
• Cosa è una ricerca in google? Cosa rappresenta? Nella maggior parte dei casi un utente che effettua una ricerca manifesta un fabbisogno. Cerco “Consulenza finanziaria” non perché voglio sapere cosa è, ma sto dicendo al motore di ricerca “ho bisogno di consulenza finanziaria”. Sotto questo punto di vista pensiamo che “Fare impresa” vuol dire “soddisfare fabbisogni”.
• Quale è la differenza tra beni e servizi proposti sul Web. Credo che si stia pensando troppo all’ecommerce di beni e poco al web come vettore di fabbisogni di servizi non strutturati (la differenza tra una polizza assicurativa e una attività di consulenza). Nei servizi occorre dare informazioni, notizie, far vedere che si conosce l’ambito che è oggetto di ricerca. Nei prodotti devo fornire specifiche tecniche. Il potenziale maggiore è nei servizi!
• Inquadrare bene la differenza concettuale, logica e funzionale tra: Sito istituzionale, vortal, blog, sito di ecommerce, etc etc. Molto spesso si pensa all’indicizzazione seo di un sito istituzionale (personalmente ritengo che non serva a molto), raramente si pensa di strutturare piattaforme informative che nascondano un CRM e che possano operare come collettori di fabbisogni. Sottolineo che, anche il concetto di comunità, tipico del web 2.0, è difficilmente utilizzabile da una PMI. Ancora una volta è evidente il dualismo tra google e business.
• La velocità. Il web è veloce in tanti aspetti ma, soprattutto in uno: nella ricerca di risposte. Se arriva una richiesta, bisogna essere strutturati per rispondere velocemente. Nei prodotti può essere facile. Nei servizi, molto di meno.
• Ultimo aspetto esclusivamente aziendalistico: Il Roi dell’investimento per la realizzazione/trasformazione di una azienda in weboriented. Quale è la soluzione che massimizza il ROI? Pochi pensano a quest’aspetto, tutt’altro che trascurabile.
Il SEO, quindi è una tecnica, ma anche un momento di riflessione sul potenziale della propria impresa, la risposta alle domande e la comprensione di cosa voglia veramente dire SEO non può che generare un approccio innovativo a business tradizionali.
Per vincere la crisi occorre rompere gli schemi e avere visioni evolute.
Autore: Francesco Verolino di Fondo di Garanzia, il vortal sulla finanza di impresa.
Post by: Tagliaerbe
SEO e PMI, in tempo di crisi
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