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Comunicare sui social network dopo l’emergenza Covid-19

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Come cambia la comunicazione sui social media dopo l’emergenza Covid-19?

10 Marzo 2020: viene proclamato il lockdown in Italia. Dall’oggi al domani ci siamo trovati, senza alcuna distinzione di ruolo, costretti dentro le mura di casa senza nessuna certezza, nessun libretto di istruzioni d’uso. Tutto ciò che era stato deciso per la gestione dei clienti è stato rimesso in discussione: nuovi obiettivi, nuove necessità comunicative, nuove rotte, decisioni da prendere in un lasso di tempo vicino allo zero.

L’unica certezza è stata ed è la necessità di comunicare. Proprio per questo i social network, e il web in generale, sono stati e continuano a essere protagonisti. Ci hanno permesso di mantenere rapporti sociali nonostante le barriere imposte dal Lockdown, restando #distantimavicini.

Quali sono state le novità introdotte dai social network in questo delicato periodo e come hanno agito alcuni tra i principali brand?

Distanziamento sociale sì, ma solo di persona, per questo è stato riscoperto il piacere delle videochiamate: Facebook ha introdotto Messenger Rooms, stanze virtuali dove è possibile riunire fino a 50 persone, anche tra i non iscritti. Whatsapp ha ampliato il servizio a un massimo di 8 utenti.

Sono aumentate le dirette Live Instagram per seguire lezioni di fitness, di cucina, con corsi gratuiti. Grazie ai social network abbiamo continuato ad alimentare le nostre passioni e anche a scoprirne di nuove.

Ma la vera rivoluzione sono state le stories, le regine indiscusse delle interazioni su Instagram. Fin dai primi giorni dell’emergenza coronavirus sono stati introdotti gli sticker “grazie” ed “eroi in corsia” dedicati agli operatori sanitari. Poco dopo è arrivato l’adesivo “io resto a casa”, con tanto di stories a tema raggruppate in evidenza sulla home, per incentivare gli utenti a seguire le regole del lockdown. Infine sono comparse le challenge, sfide virtuali fino a oggi prerogativa di Tik Tok.

I social network si sono armati in poco tempo di tutti gli strumenti necessari per essere presenti nella quotidianità di ciascuno e per accompagnarci nei tre lunghi mesi di lockdown.

La risposta dei brand non è tardata ad arrivare. Grazie anche a nuovi strumenti da sperimentare, alcune aziende hanno utilizzato i social non solo come meri contenitori di informazioni ma ne hanno enfatizzato le funzionalità interattive, sviluppando tematiche ludico-esperienziali e dando quindi la possibilità agli utenti, anche a casa, di evadere dalla quotidianità e di interagire con i brand stessi per mezzo di quiz, sondaggi, contest, challenge.

Un cambiamento radicale di comunicazione, tone of voice, intrattenimento ma anche visual.

Alcune aziende internazionali hanno deciso di cambiare il proprio logo per ricordare l’importanza del distanziamento sociale per ridurre il rischio di contrarre e diffondere la malattia. È l’esempio lanciato da marchi come Audi, McDonald’s, Volkswagen e Robe di Kappa.

Un mondo, quello del web, che si è mosso, in contrasto a un mondo, il nostro, che invece è dovuto rimanere fermo.

Ecco perché, in questo momento di ripresa, in questa fase di passaggio dalla chiusura totale alla lenta e graduale riapertura abbiamo l’opportunità di riflettere sul nostro nuovo approccio al lavoro. Il Covid è stata una sciagura immane, eppure deve anche essere un’opportunità per trarre alcuni insegnamenti e consigli che possono esserci utili sempre. Diceva Einstein: “La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”.

Quindi che cosa possiamo imparare da questa crisi?

  • Pianificare è importante, ma è altrettanto vero che dobbiamo imparare a gestire piani di comunicazione sempre più flessibili e semplificati che possano essere facilmente e costantemente monitorabili. Per fare questo, oltre all’utilizzo di tool e strumenti di organizzazione delle attività e delle risorse, come Todoist, ad esempio, può sicuramente tornare utile istituire brevi ma costanti riunioni settimanali, con fornitori o con lo staff, per fare il punto della situazione. L’importante è che siano cadenzate e concise.
  • La pandemia ha fatto intravedere scenari nuovi ed emergere nuove esigenze da parte del nostro pubblico che dobbiamo pensare di inglobare nei progetti di comunicazione: più engagement, più intrattenimento e un approccio sempre più umanizzato.
  • Ha acquisito ancora maggior importanza garantire un flusso costante di informazioni credibili, dettagliate ed aggiornate per creare fiducia nei confronti del brand.
  • I processi di abilitazione dell’esperienza digitale che permettono un’esperienza di marca da remoto come realtà aumentata, test virtuali, assistenza da remoto, consulenza online, app e giochi, ecc. vanno ulteriormente spinti e sostenuti. Un trend che colma il divario tra il mondo digitale e ‘reale’, guida e accelera il processo decisionale.

Alcuni tra i principali Brand si stanno muovendo in questo senso come ad esempio il nuovo test virtuale per provare colorazioni e make-up introdotto da L’Oreal oppure le visite virtuali introdotte dalla celebre catena di hotel di lusso Hilton che rende possibili sopralluoghi al resort tramite webcam e street view.

 

Ci troviamo a far parte di un mondo nuovo, con nuove necessità e abitudini e da questo enorme cambiamento non ne usciamo sconfitti, anzi, torniamo più forti e consapevoli di prima. Abbiamo sperimentato che possiamo essere vicini anche da remoto, abbiamo imparato a gioire davanti ad una webcam per un evento importante, gustato aperitivi virtuali con gli amici in videochiamata, riscoperto il piacere di stare insieme anche attraverso uno schermo.

In definitiva, abbiamo una nuova consapevolezza: il digitale non divide, non esiste una realtà virtuale che si oppone alla realtà “vera”. La realtà è fatta anche di digitale, e il digitale è a pieno titolo parte della realtà. Per fortuna.

 

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